Il Bilancio di Sostenibilità 2024 del Gruppo Sada:
ce lo hanno chiesto POP.
Anche quest’anno siamo partiti da una domanda semplice, ma tutt’altro che scontata: come si raccontano i valori?
Come si dà forma, colore e ritmo a ciò che, per sua natura, è spesso invisibile?
Per il Bilancio di Sostenibilità 2024 di Gruppo Sada, la risposta è arrivata sotto forma di rumore: quello buono, quello che accende l’attenzione, che scuote l’abitudine e che invita a guardare le cose da un’altra prospettiva.
“Valori che fanno rumore” non è solo un claim, ma una dichiarazione d’intenti.
Un invito a lasciarsi attraversare da un linguaggio visivo vibrante, acceso, vitale.
Abbiamo scelto la Pop Art come universo espressivo per questo nuovo capitolo, affascinati dalla sua capacità di rendere il complesso accessibile, il serio leggero, l’ordinario straordinario.
Il nostro viaggio creativo è cominciato tra le pagine dei libri, tra le opere e le biografie dei grandi protagonisti del movimento. Warhol, Lichtenstein, Hockney: ciascuno di loro ci ha offerto un punto di vista, un’ispirazione, una provocazione.
Poi siamo tornati alla carta, alle mani, all’odore dei colori stampati. Abbiamo disegnato, ritagliato, incollato, assemblato, componendo un collage materico che è diventato cuore visivo del bilancio: copertina, manifesto, racconto visivo.
Il video backstage restituisce la verità di questo processo: la fatica delle mani, la precisione del taglio, l’istinto della composizione. Una bellezza imperfetta, perché reale.
Ogni dettaglio è stato pensato, prodotto e montato con cura artigianale. Nulla è stato lasciato al caso. Le texture ruvide, i colori pieni, le linee sbilenche: tutto parla la lingua della Pop Art, ma lo fa con la voce di Gruppo Sada, azienda che guarda al futuro con spirito innovativo e radici solide.
Il risultato è un documento che non si limita a informare, ma coinvolge. Un oggetto editoriale che vibra di energia, che sfoglia pagina dopo pagina un’idea precisa di sostenibilità: concreta, partecipata, piena di visione.
Anche la scelta tipografica è parte integrante di questo racconto visivo:
per i balloon e gli inserti testuali, abbiamo utilizzato Comic Sans, il font più “Pop” che ci sia. Una scelta tutt’altro che casuale, che richiama con forza l’immaginario dei fumetti, della cultura visiva di massa e della comunicazione diretta.
Un gesto volutamente provocatorio, che rompe le convenzioni tipografiche tradizionali per rafforzare il tono giocoso e immediato del progetto, restando fedele allo spirito della Pop Art.
Il collage centrale – realizzato fisicamente e poi digitalizzato – diventa icona rappresentativa dell’intero documento, mentre pattern e elementi visivi ricorrenti si declinano con coerenza nelle varie sezioni, costruendo un universo grafico coerente, originale e fortemente espressivo.
